Il latte rappresenta la prima fonte di nutrimento che introduciamo durante l’arco della nostra vita. Attraverso l’allattamento, infatti, il neonato si nutre di un vero e proprio alimento in grado di soddisfare in maniera completa i propri fabbisogni nutrizionali. Con la crescita, però, la capacita di digerire lo zucchero presente nel latte (lattosio) e la sua proteina (caseina) può essere ridotta.
Intervista di Misura al Dott. Andrea Del Seppia
Approfondiamo l’argomento con il nostro nutrizionista, Dott. Andrea Del Seppia.
Dott. Del Seppia, che tipo di zuccheri sono presenti nel latte e come vengono digeriti?
Lo zucchero più presente nel latte è il lattosio. Chimicamente, il lattosio è un “disaccaride”, ovvero uno zucchero composto che durante la fase digestiva viene scisso in due unità più piccole di glucosio e galattosio, che a loro volta vengono poi assorbite a livello intestinale. Fisiologicamente, l’assimilazione del lattosio, legata alla produzione di enzimi specifici quali le lattasi prodotte dall’intestino e dalla flora batterica intestinale, può ridursi nel tempo creando fenomeni denominati di intolleranza al lattosio. Questa condizione impedisce l’assimilazione di tale zucchero, il quale si ritroverà nell’intestino creando disturbi gastrointestinali legati all’osmosi, ovvero al richiamo di acqua nelle feci e fermentazione in idrogeno e metano da parte dalla flora batterica, sintomatologia tradotta in feci liquide, dolore e gonfiore addominale.
Come si comportano le lattasi e come si sviluppa un’intolleranza al lattosio?
Le lattasi, vengono prodotte dai nostri geni nel corso dei primi anni di vita. La loro produzione è stimolata dall’assunzione di latte materno da parte del neonato. Dopo lo svezzamento, però, la trascrizione del gene viene sotto regolata (diminuzione genetica programmata), il che comporta una conseguente e minore produzione delle lattasi intestinali. Questa riduzione si osserva circa nel 75% della popolazione adulta.
Qual è, dunque, il comportamento alimentare che si deve tenere di fronte a una intolleranza al lattosio?
Le persone che presentano tale problematica dovranno consumare alimenti detti delattosati, ovvero “senza lattosio” o con bassi residui (come, ad esempio, i formaggi ad alta stagionatura).
Dallo zucchero lattosio alla proteina caseina…
Il latte presenta anche una ricca componente proteica, composta prevalentemente dalle proteine del siero e dalla caseina. Quest’ultima, di cui il latte vaccino è molto ricco, è necessaria alla coagulazione del latte per la formazione del formaggio, ma è anche la principale causa di allergia al latte e derivati.
Che cos’è un’allergia e come si distingue da un’intolleranza?
L’allergia è un fenomeno ben diverso dall’intolleranza, in questo caso, infatti, si ha una vera e propria risposta immunologica che coinvolge il nostro sistema immunitario ed è caratterizzata dalla produzione di anticorpi IgE. Nel caso dell’allergia al latte, la caseina si comporta, quindi, da allergene, ovvero una molecola estranea (detta antigene) verso cui si scatena il nostro sistema immunitario. Una reazione allergica si presenta pochi minuti dopo l’ingestione di latte (10-20 minuti) e con sintomi molto più violenti rispetto a quelli dell’intolleranza, e a carico di vari distretti, quali, per esempio, l’apparato gastrointestinale, respiratorio e cutaneo con reazioni che possono arrivare allo shock anafilattico.
Come ci si deve comportare quindi se si ha una allergia alle caseine?
In generale, l’allergia alle caseine viene affrontata tramite un intervento dietetico che esclude completamente dalla dieta il latte e tutti i suoi derivati, compresi i prodotti cosiddetti delattosati che invece erano consigliati per chi soffre di intolleranza.
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